01 gennaio, 2012

Istantanee #28

Ogni anno faccio l'errore di aspettarmi chissà che dall'anno nuovo, come se un numero potesse cambiare lo stato delle cose o il mio modo di gestirle. Una cosa però l'ho capita, i bilanci, i propositi, le aspettative non servono a niente, catalogare fallimenti e mancanze non fa bene a nessuno.
E allora per questo 2012 mi auguro di saper portare il peso delle cose brutte che succederanno, di affrontare con forza e intelligenza le delusioni, di imparare ad essere costante nelle cose importanti, a dimostrare affetto a chi voglio bene e di non giustificare troppo la mia indifferenza che ormai ha preso il sopravvento in molte cose.
Questo 2011 si è portato via il mio gattino, un po' della mia salute e un bel po' del mio ottimismo, ma mi ha anche dato delle soddisfazioni, non lo posso negare.

Quanti freesbee ho lanciato che non tornano indietro.
E quanti atti mancati restano chiusi in un pugno che, ad aprirlo, non trovo nulla e un po' mi vergogno.

15 dicembre, 2011

Istantanee #27

Mi ronza in testa una cosa che ho letto qualche giorno fa sul corriere. In totale il concetto è che il più delle volte quando si è soli si è in compagnia (vedi i mille modi per interagire con ogni cosa che abbiamo in mano), ma per lo stesso motivo si è soli quando si è in compagnia. L'ho letto mentre lo stavo provando e mi ha fatto effetto.
Molto effetto.
Ero in compagnia.

17 febbraio, 2011

Istantanee #26

Ne son successe di cose di questi mesi, qualche follia, qualche delusione, qualche soddisfazione, una nuova macchina, qualche nuova passione e qualche mania, qualche amica nuova, qualche silenzio in più, qualche respiro profondo e momenti in cui il fiato invece è mancato. Certe cose sono rimaste sempre uguali, ed è bello avere queste solide certezze, altre sono volate via, sono sfumate, hanno fatto il bene (o il male)che dovevano e sono andate oltre, e anche io. Nuove foto, nuove tecniche e nuovi modi di guardare, nuovi progetti e nuove speranze, nuove sfide da affrontare e altre alle quali non mi posso sottrarre, vecchie paure e vecchie passioni dure a morire.
Ora che questo blog apparentemente abbandonato non lo legge più nessuno, sembra di nuovo mio.
Grazie a un certo Luca che oggi, arrivando qui da non si sa dove, mi ha regalato un sorriso.
Drops

04 giugno, 2010

Istantanee #25

Non è che non ci siano cose da dire, sfoghi da fare, cose da raccontare, sogni da sognare, il fatto è che è sempre più difficile. Sempre più difficile è non tanto scrivere, quanto potersi poi rileggere.

04 gennaio, 2010

Utopie e apocalissi se non altro sono quello che sono

Io non capisco. Io non ho mai cercato che il permesso, le porte aperte, le stanze calde,
e come arrivare alla sala del trono.
Io sempre in prima fila quando c'è da sperare, sempre in ammirazione per chi fa qualche cosa, forse, mi dico, mi prenderà con sé, poi son delusa a morte e mi ubriaco
di utopie e apocalissi.
Per fortuna gli altri non lo sanno, i cari altri che tutto possono, da cui tutto dipende:
io sono peggio del cucciolo che sbrana il cuscino, la cuccia se lo lasciano a casa,
io sbrano anche me stessa.

Anna Maria Carpi (Compagni corpi, 2004)

fango

01 gennaio, 2010

Istantanee #24

Come ogni anno tornano i bilanci, i propositi, le speranze, un anno nuovo che ha il sapore di un quaderno nuovo e candido dove non c'è traccia di cose brutte, di vecchie sofferenze, sembra che ogni giorno l'uno gennaio di riazzeri tutto e tutto ricominci in modo uguale e sempre diverso. Da che mi ricordi non mi sono mai piaciute le feste, ma mi è sempre piaciuta la sensazione dell'1 gennaio, devo dire che fino a due anni fa ero convinta che tutto potesse cambiare, che se tu ti impegnavi, davvero le cose andavano in modo diverso, che gli auguri funzionavano che le persone restavano che tutto poteva davvero diventare scintillante come i mille sms di auguri.
Chiaramente non è così, non cambia nulla tanto per magia, l'uno gennaio è uguale al 17 febbraio, ogni giorno è buon giorno per ricominciare, ogni giorno è il giorno giusto per scrivere su un foglio bianco. Questo 2009 è stato un anno diverso, se devo trovare una parola che dia un senso al 2009 credo sia stanchezza, è stato un anno stancante, pieno di impegni, di lavoro, di scadenze, di responsabilità, di sere al computer per finire delle cose, un anno che piano piano mi ha portato ad avere il mio portatile, la mia Nikon D300, il corso di fotografia, l'incontro con Galimberti, la sensazione che qualche sogno forse potrebbe anche realizzarsi con tanti sacrifici, è stato un anno che mi ha davvero stancata, ma di quella stanchezza fisica che in fondo non fa male provare, che se toglie tempo a delle cose è perchè stai costruendo.
Nel 2009 ho iniziato un percorso importante, ho scoperto di avere una malattia che piano piano sto curando ma che mi ha causato problemi almeno negli ultimi 5 anni, io pensavo fosse colpa mia ed invece a quanto pare con tempo e sacrifici andrà a posto anche se non riesco ancora neanche ad immaginarmelo.
Per il 2010 che dire? Spero che sia un anno pieno come il 2009, che la partiva iva non dilapidi il mio povero stipendio e che arrivino delle emozioni forti, degli abbracci strettissimi e veri, tutto quello che invece dipende da me lo farò andare bene.
Nel 2009 è accaduta una cosa bella, che anche se non avrà seguito o non era così bella come lo è nella mia testa mi ha fatta sentire viva, mi ha fatto sentire i brividi, mi ha fatta sentire davvero felice, forse il 2009 lo ricorderò con un momento, uno solo, ma in cui io ero troppo felice.
Forse un lavoro, una macchina fotografica ed un momento troppo felice (ma troppo troppo felice) fanno di un anno, un anno da ricordare.

Ecco anche il mio 2009 in foto

Goodbye 2009!

20 dicembre, 2009

Istantanee #23

Paura. Forse la paura è uno di quei sentimenti incontrollabili che in un modo o nell'altro riescono a prendere il sopravvento, fanno diventare le tue scelte incontrollate e controllate al tempo stesso, è difficile da spiegare ma ti freni e senti la paura e non puoi controllarla, non riesci a comportarti in modo diverso da quello che la paura aziona di default. L'unico compromesso che io ho trovato con la mia è di non fare niente, se io non faccio niente si può gestire. E' che ormai mi aspetto sempre il peggio del peggio, vuoi sempre per la solita paura, vuoi perchè comunque il peggio arriva quasi sempre e quando i sempre diventano tanti tu non te le ricordi più com'è aspettare e sognare le cose belle.
Mi sono resa conto che non riesco più a fidarmi neanche di un abbraccio, un abbraccio di quelli veri e sinceri in cui senti chi ti stringe, io ho dubitato anche di quello, ho dubitato di uno sguardo, dei sorrisi e delle carezze, ho dubitato e non riesco a non dubitare, non riesco a non aspettarmi il peggio, non riesco più a non aspettarmi che le persone se ne vadano, che mi abbandonino.
Io non pensavo di essere diventata così fragile, non pensavo di aver costruito barriere così tanto spesse e alte attorno a me per non farmi male, non so quanto questo sia un bene o un male ma non pensavo di essere così, non pensavo che sarebbe stato così difficile dopo una carezza, non pensavo che le carezze potessero farmi così tanta paura.

18 ottobre, 2009

Istantanee #22

Ma dove se ne vanno le parti di te che ti lasci alle spalle? Dove se ne va il tuo io di una volta? Dove se va il bene che non provi più? Dove se ne va la magia che non ha funzionato? Dove corrono i brividi dopo che attraversano la schiena? Potrei continuare così per ore, a chiedermi dove sono finite tutte le cose che mi hanno composta fino a qualche anno fa, tutto quello che mi ha sempre caratterizzata lo sento sempre più lontano. I muri sono sempre più alti, le persone sempre più lontane ed io boh. Una volta in una puntata di Criminal Mind ho sentito la frase "Perdere la fiducia nel lieto fine" ho sempre pensato di non essere poi così lontana da questa fase, ma chissà forse neanche esiste un lieto fine. Io sopravvivo, ogni tanto sorrido e cerco di regalare la parte migliore di me purchè non mi costi nulla, purchè non si rischi nulla. Non è giusto ma è l'unico equilibrio che riesco a mantenere.

04 agosto, 2009

Istantanee #21

Un tempo mi incazzavo di brutto e anche abbastanza spesso, troppo spesso... ora invece cerco di far scivolare quante più cose possibile, cerco di non appiccicarmi addosso niente più del necessario, del necessario per sentirmi io. Non so se è una cosa buona o no ma è una cosa che è cambiata pianissimo nel corso degli anni, già rispetto allo scorso dicembre mi accorgo che tante cose le avrei potute abbandonare molto prima e senza strascichi... sembra passato un secolo, sembro un'altra delle tante io con cui ho convissuto. C'è stata la Sere che studiava, quella che ascoltava, quella che scriveva, quella che leggeva e quella che fotografava, ora direi che in pole position c'è quella che lavora per realizzare i suoi sogni, che però sembrano nuvole che si divertono a spostarsi un pò quà e un pò là, senza avere un punto fisso da guardare e in cui sperare. Adesso c'è la Sere che al massimo può pensare a settembre ma che prima deve guadagnarsi le sue ferie, in cui si annoierà a morte e si farà venire la depressione (ma sono sentimenti necessari anche questi), c'è la Sere che pensa in grande e per forza di cose si deve adattare, c'è la Sere che sa quali sono le parole giuste e sa come si rimedia agli errori ma non ha molto tempo nè voglia nè di parole nè di darsi la possibilità di fare errori. Adesso c'è una Sere con un conticino che cresce, con un corredo fotografico che diventa carino ma che non ha nè tempo di inseguire nuvole nè di stare 4 ore davanti ad un fazzoletto sgocciolante. Non so se si stava meglio quando si stava peggio ma d'altronde non si può tornare indietro e comunque non lo vorrei per nulla al mondo. C'è una Sere che sogna di partire e davanti al suo muro blu pensa pure che un giorno ci riuscirà, anche se non sa dov'è e qual è la nuvola da inseguire. C'è una Sere che parla in terza persona, cosa che ha sempre odiato a morte!

14 giugno, 2009

Istantanee #20

In questi giorni ho respirato un'aria diversa, i profumi erano diversi, la mia vita non è stata diversa ma è stata vissuta diversamente, è difficile da spiegare se non si è provato lo sgomento che ho sentito tornando a casa, tornare alla vecchia aria, quella stantìa e piena di cose inutili, o almeno molto lontane dall'essenzialità.
E' difficile da spiegare il senso di appartenenza verso qualcosa, dove un pomeriggio scorre leggero tra uno sguardo e un silenzio.
Da oggi il mio progetto avrà una scaletta, dei passi da fare l'uno dopo l'altro per arrivare dove voglio io, per partire insomma.
Non so come buttare giù le sensazioni, come fermarle per ricordarle, boh forse devono stare dentro :)